Oltre al conio superiore ed inferiore, anche la virola – che talvolta viene definito terzo conio – può rompersi. Come noto, la funzione della virola è quella di contenere il metallo del tondello in fase di battitura, di conferire alla moneta una forma circolare e talvolta di coniare una zigrinatura, un disegno o una scritta sul contorno della moneta.
Naturalmente, la pressione e la forza d’urto a cui è soggetta la virola è molto inferiore a quella a cui sono soggette le due facce dei conî. Infatti, quest’ultimi devono battere il tondello con una notevole forza per farlo penetrare nelle cavità della figura, mentre la virola deve “solo” trattenere il metallo del tondello che tende ad espandersi a seguito della compressione dei due conî. Per questo motivo la virola resiste più a lungo rispetto ai due conî e deve essere sostituita meno frequentemente.
Un altro motivo per cui la virola è così resistente è legato al fatto che la parte interna (quella a contatto con il tondello) è rivestita da un anello di acciaio al carburo di tungsteno, un tipo di acciaio estremamente resistente.
In particolare, la virola viene riscaldata in modo tale da ammorbidire il metallo e l’anello di acciaio viene inserito con forza all’interno del foro, che poi nel processo di raffreddamento si contrae aderendo all’anello centrale.
Figura 170 – Serie di monete coniate con una virola fratturata |
Nonostante la resistenza dell’anello centrale, dopo milioni di battiture anche la virola comincia a presentare i segni dell’usura e se non viene sostituita per tempo può fratturarsi.
Ora, come abbiamo visto la distanza che separa il conio inferiore e la virola è minima e, una volta coniata, la moneta aderisce con forza alle pareti della virola. Tanto che una volta espulsa si “distende” e raggiunge una larghezza leggermente superiore al diametro della virola. Pertanto, il movimento verticale (su e giù) del conio inferiore per espellere la moneta coniata causa uno stress sulla parete della virola che, se già fatturata, si può anche rompere.
Pertanto, in questo caso la virola perderà la sua forma circolare, in quanto ci sarà una porzione più o meno grande che si sarà staccata. Le monete che saranno coniate all’interno di quella virola mostreranno una sorta di appendice laterale curva.
Figura 171 – Virola fratturata. Fonte: numismaticnews.net |
L’errore di coniazione derivante dalla rottura della virola è una tipologia piuttosto rara, in quanto – trovandosi sul contorno della moneta – non viene facilmente identificata, a meno che non si rompa una porzione ampia. Inoltre, essendo la virola più resistente del conio superiore e inferiore, la sua rottura avviene ovviamente meno frequentemente.
Peraltro, questa tipologia di errore non è neppure molto apprezzata dai collezionisti visto che è difficilmente fotografabile ed è difficile da esporre ed evidenziare in un raccoglitore di monete.
Qui sotto si può apprezzare una 100 lire 1978 con un punto di rottura della virola.
L’errore appena descritto non deve essere confuso con un’altra tipologia simile che deriva non da una rottura della virola, ma da un suo errato posizionamento rispetto al conio inferiore in fase di battitura.
In particolare, può accade che durante la battitura il conio inferiore rispetto alla virola sia posizionato troppo in basso o sia leggermente inclinato, creando una sorta di fessura.
Il metallo spinto dalla pressione esercitata in fase di battitura può quindi fuoriuscire da tale fessure creando una sottile appendice laterale (cfr. immagine qui a fianco).
Figura 172 – 1/12 Anna 1918 Giorgio V |