L’errore in questione non avviene nella fase di battitura, vale a dire nel processo di trasferimento dell’immagine dal conio al tondello, bensì nella fase di produzione del conio, vale a dire nel processo di trasferimento dell’immagine dal punzone riproduttore al conio da utilizzare nella pressa. Come abbiamo avuto modo di analizzare, il conio viene realizzato attraverso una pressa idraulica che comprime il punzone riproduttore contro una barra di metallo leggermente appuntita (conio vergine) con una pressione di centinaia di tonnellate. Siccome una sola compressione non è di norma sufficiente per trasferire l’immagine ad un livello di qualità soddisfacente, si eseguono solitamente due o anche più compressioni.
Al riguardo, si osserva che, dopo la prima compressione, il conio subisce un processo di “incrudimento”, vale a dire un fenomeno metallurgico per cui un materiale metallico risulta rafforzato (perde elasticità e duttilità) in seguito ad una deformazione plastica a freddo.
Pertanto, per conferirgli maggiore “morbidezza” e duttilità il conio viene prima riscaldato e poi raffreddato tra le varie compressioni. Di conseguenza, il conio si espande e si contrae ogni volta che subisce questo trattamento. A causa di differenze nella composizione della lega d’acciaio è possibile che, in queste espansioni e contrazioni, la forma del conio si modifichi leggermente.
Per effettuare la seconda compressione, il punzone riproduttore viene prima posto sopra il conio già compresso facendo “combaciare” le rispettive immagini (una in rilievo e l’altra in incuso) e poi viene azionata la seconda compressione.
Ora, se il conio si è leggermente deformato nella fase di riscaldamento e raffreddamento, dopo la seconda compressione l’immagine impressa sul conio risulterà non perfettamente allineata con l’immagine precedentemente trasferita sul conio. Ciò conduce, quindi, ad una sorta di effetto “sdoppiamento” di qualche elemento (lettera, numero, etc.) della figura del conio che ovviamente si trasferirà alle monete coniate con quel conio.
L’immagine di sinistra mostra la prima compressione del punzone riproduttore contro il conio vergine, mentre l’immagine di destra mostra il punzone riproduttore posto sopra il conio (già compresso una volta) pronto per una seconda compressione. Fonte: doubleddie.com |
Nel caso appena descritto l’effetto “sdoppiamento” è molto lieve ed è comunemente accettato dalla Zecca. Tuttavia, può accadere che per errore in una delle varie compressioni il punzone riproduttore ed il conio non siano posizionati uno sopra l’altro correttamente e quindi in questo caso l’effetto “sdoppiamento” può essere anche più pronunciato.
Al riguardo, va evidenziato che, a causa della durezza dell’acciaio di cui è fatto il conio, la compressione successiva non riesce a cancellare totalmente la compressione precedente. Di conseguenza, se il punzone riproduttore ed il conio non sono allineati in una delle compressioni successive alla prima, l’immagine del conio mostrerà almeno qualche segno della compressione precedente.
Al fine di evitare errori di questo tipo, negli ultimi decenni le zecche hanno introdotto dei sistemi ad incastro per assicurare il perfetto (o quasi) allineamento tra il punzone riproduttore ed il conio (cfr. foto qui sotto).
Inoltre, va evidenziato che nei processi più moderni di produzione dei conî è stata abbandonata la tecnica delle compressioni multiple ed è stata impiegata una nuova tecnica di compressione singola (soprattutto per le monete più piccole) che ha ridotto drasticamente i casi di conio doppio, specie le tipologie più evidenti.
Autorevoli studiosi statunitensi[1] hanno individuato ben otto classi distinte di questa tipologia di errore e prima di analizzarle brevemente è importante fornire alcuni concetti base:
- per descrivere la distanza tra le due immagini sdoppiate si usa il termine “espansione”;
- la direzione dello sdoppiamento va sempre dall’impronta più debole all’impronta più forte;
- nella quasi totalità dei casi l’effetto sdoppiamento riguarda solo una faccia della moneta. Teoricamente è possibile che entrambi i conî siano “doppi”, ma ciò rappresenta un evento molto raro e comunque l’espansione e la direzione dello sdoppiamento sono diversi, in caso contrario è probabile che si tratti di un caso di doppia battitura;
- a differenza di una doppia battitura, la seconda impronta di un conio doppio non cancella totalmente la prima impronta.
Ciò premesso, entriamo nel merito delle cinque classi di conio doppio più importanti.
Classe I – Sdoppiamento ruotato: la prima compressione del conio avviene normalmente, mentre nella seconda compressione (o nelle successive), il punzone riproduttore risulta ruotato sul suo asse in senso orario ovvero antiorario.
Pertanto, sul conio e sulle monete coniate da quel conio appariranno due immagini sdoppiate che si espandono in senso orario ovvero antiorario. La seconda compressione creerà l’impronta più forte. Il punto di rotazione è solitamente il centro, ma nulla vieta che possa essere un qualsiasi punto della superficie del conio.
Questa classe è una delle più ricercate e più rare, in quanto è atta a generare gli effetti di sdoppiamento più evidenti.
A destra 1 centesimo di dollaro Lincoln del 1955 con conio doppio ruotato |
Nella monetazione italiana, una moneta che presenta questa classe di conio doppio, sono i 2 centesimi Italia su prora del 1915 detta “quattro mani”. Come vedremo, si tratta più propriamente di un conio doppio ruotato parziale.
Classe II – Sdoppiamento distorto: questa classe si verifica quando in una delle compressioni viene utilizzato un punzone riproduttore che si è distorto in larghezza. Ciò può accadere quando il punzone riproduttore viene utilizzato a lungo, anche per creare centinaia di conî. Infatti, in tal caso, il punzone tende a distendersi leggermente, ad allargarsi e l’immagine risulterà leggermente distorta e allungata verso l’esterno. Se il punzone distorto viene utilizzato nella prima compressione, l’effetto sdoppiamento tenderà ad espandersi verso il centro, se il punzone distorto viene utilizzato nella seconda compressione (o nelle successive) l’effetto sdoppiamento tenderà ad espandersi verso il bordo. In questi casi l’effetto sdoppiamento è minimo e si nota maggiormente nella figura o nelle scritte vicino ai bordi. Ciò implica che anche il valore di questa classe sia inferiore a quello della precedente e che questa tipologia di errore sia meno ricercata dai collezionisti.
1 cent 1971 USA con conio doppio distorto. Fonte: doubbleddie.com |
Classe III – Sdoppiamento con impronta differente: questa classe è forse la più intuitiva e si verifica quando in una delle compressioni viene utilizzato un punzone riproduttore che presenta un elemento (es. cifra di una data, lettera di una parola, segno di zecca, firma, etc.) leggermente diverso oppure posizionato in modo diverso.
Il migliore esempio si ha quando il punzone di un determinato anno viene utilizzato per comprimere il conio dell’anno successivo, creando una sovrapposizione dell’ultima cifra della data. Questo errore non deve essere confuso con gli errori di punzonatura, in quanto in questo caso la data è già presente nel punzone riproduttore e non viene ribattuta due volte sul conio.
Figura 191 – 1 lira 1939 “doppia firma” |
Nella monetazione italiana, questa classe di sdoppiamento del conio è stata riscontrata ad esempio nella lira del 1939 XVIII cd. “doppia firma”.
Classe IV – Sdoppiamento spostato: la prima compressione del conio avviene normalmente, mentre nella seconda compressione (o nelle successive) il punzone riproduttore risulta spostato sul suo asse in qualsiasi direzione. A differenza dello sdoppiamento ruotato, in questo caso l’asse del conio non ruota su se stesso in senso orario o antiorario, ma si sposta interamente verso una specifica direzione.
Invero, non è possibile stabilire se ad essere spostato era il conio ovvero il punzone riproduttore, ma per convenzione si attribuisce lo spostamento al conio. Per certi versi, si tratta di un errore simile ad una battitura con conio disallineato, solo che nel caso in esame ad essere disallineato è il punzone riproduttore rispetto al conio (o viceversa) e non il conio rispetto al tondello.
Il risultato classico di questa tipologia di errore è una moneta che presenta una seconda immagine leggermente spostata verso una determinata direzione. L’effetto sdoppiamento può riguardare tutta la faccia della moneta ovvero solo una zona (generalmente posta al centro della moneta). In particolare, come vedremo nell’analizzare la 2 centesimi 1915 “quattro mani”, quest’ultimo caso si può verificare quando viene effettuata una prima compressione “spostata” solo parziale, vale a dire il punzone riproduttore non viene spinto “fino in fondo”, ed essendo il conio vergine leggermente appuntito solo una zona della moneta viene compressa.
Nella successiva/e compressione/i “centrate” il punzone riproduttore viene invece compresso integralmente. Questo è il caso della moneta raffigurata nella seguente fotografia gentilmente concessa da Gianluigi Fino e Andrea Fino che riguarda un 2 centesimi prora 1910 con la parte centrale della figura femminile parzialmente sdoppiata e spostata verso destra (si ricorda che la direzione dello spostamento va dall’impronta più debole a quella più forte).
2 centesimi 1910 con conio doppio parziale e spostamento verso destra (Collezione Fino). Le frecce blu indicano la direzione dello spostamento, mentre le frecce nere evidenziano le parti della figura sdoppiata |
Classe V – Sdoppiamento con perno: la prima compressione del conio avviene normalmente, mentre nella seconda compressione (o nelle successive) il punzone riproduttore risulta ruotato o spostato facendo perno su un punto della faccia del conio, che solitamente è posto vicino al bordo.
In questa tipologia di errore l’effetto sdoppiamento si apre “a ventaglio” dal punto che funge da perno. In altre parole, in prossimità del perno l’immagine risulterà “normale”, ma – mano a mano che ci si allontana dal perno – l’espansione tra le due immagini aumenta fino a raggiungere l’ampiezza massima nel punto opposto al perno.
5 centesimi di euro con conio doppio su perno (punto blu). Si notino le stelle e le linee che in alto a destra sono “normali”, ma man mano che si va verso il lato opposto si aprono “a ventaglio” |
Oltre alle cinque classi maggiori appena analizzate, esistono anche tre classi minori di cui si farà un breve cenno qui di seguito per completezza di trattazione.
Classe VI – Sdoppiamento disteso: la prima compressione del conio avviene con una pressione maggiore a quella usuale, nella seconda compressione (o nelle successive) il punzone riproduttore risulta leggermente spostato, in modo tale che qualche elemento (lettere, numeri, etc.) della moneta appare con uno spessore più grande del normale. Questa è l’unica classe di conio doppio che non prevede il classico effetto sdoppiamento.
Classe VII – Sdoppiamento modificato: il punzone riproduttore utilizzato per fare il conio viene modificato in qualche elemento tra le varie compressioni. In questo caso, l’effetto sdoppiamento non dipende dal contatto tra il punzone riproduttore e il conio.
Classe VIII – Sdoppiamento inclinato: la prima compressione del conio avviene normalmente, mentre nella seconda compressione (o nelle successive) il punzone riproduttore risulta inclinato in modo tale che il punzone entri in contatto con il conio esercitando una pressione differente sulla sua superficie. Pertanto una parte del punzone penetrerà nel conio maggiormente rispetto all’altra.
Infine, va fatto presente che la maggior parte delle monete con un effetto sdoppiamento delle impronte non presentano l’errore da “conio doppio”, bensì tale effetto si origina a seguito di altre dinamiche, tra cui si ricordano le due principali: (i) sdoppiamento da danno meccanico, probabilmente il più diffuso e (ii) sdoppiamento da usura.
L’errore celebre: 2 centesimi 1915 prora “quattro mani”
Come già anticipato, la moneta da 2 centesimi 1915 “quattro mani” costituisce un bellissimo esempio di conio doppio ruotato parziale (classe I). Per molti anni è stato confuso con altre tipologie di errori ed in particolare con una doppia battitura. A titolo esemplificativo, nella rivista Cronaca Numismatica n. 183 del 2006 l’errore è stato descritto nel seguente modo: “sembra quasi che durante la doppia battuta il conio sia ruotato (dovuto al gioco che si a creare in fase di coniazione) di alcuni gradi a sx provocando non sia le doppie mani che altri svolazzi”. E’ invece chiaro che l’errore in questione sia il frutto di un conio doppio parziale.
Infatti, è evidente che, in primo luogo, una doppia battitura con rotazione del conio a sinistra avrebbe innanzitutto comportato la cancellazione totale o quantomeno parziale della precedente impronta e, in secondo luogo, avrebbe dovuto riguardare tutta l’immagine e non solo certe parti (braccia e nastri del vestito). Inoltre, è praticamente impossibile che una doppia battitura si ripeta allo stesso modo per una serie di monete, creando lo stesso identico effetto.
Ciò posto, è interessante analizzare come questo errore ha avuto origine.
Figura 200 – A sinistra la prima compressione del punzone riproduttore e a destra la seconda leggermente ruotata a sinistra |
Come già detto, il conio vergine è costituito da un cilindro metallico leggermente appuntito che viene compresso più volte dal punzone riproduttore.
Nella moneta in esame, è altamente probabile che nella prima compressione il punzone riproduttore non sia stato spinto fino in fondo. Ciò può essere dovuto al fatto che il punzone riproduttore non era posizionato in modo appropriato (leggermente spostato verso ore 12:00).
Ora, essendo il cilindro vergine appuntito, l’immagine del punzone è stata trasferita solo parzialmente al conio. La seconda compressione (ed eventualmente le successive) è invece stata effettuata integralmente, posizionando il punzone riproduttore leggermente ruotato in senso orario (cfr. immagine sopra). Ciò ha dato origine all’effetto sdoppiamento delle quattro mani, o meglio delle quattro braccia!
Al riguardo, va evidenziato che l’immagine “secondaria” è meno definita e certi particolari della figura possono non essere evidenti o comunque sono meno visibili.
Ciò è dovuto alla pressione esercitata dalla pressa nelle compressioni successive alla prima. Peraltro, i dettagli della figura secondaria sopravvissuti a tale forza sono quelli presenti nel campo della moneta, vale a dire la zona meno in rilievo e quindi meno soggetta a “schiacciamento”.
Va anche evidenziato che esistono esemplari dell’errore in parola – anche in elevata conservazione – che presentano le scritte “CENT. 2” e “VITTORIO” leggermente evanescenti. Ciò è dipeso ad una parziale usura del conio in fase di battitura.
Risulta interessante osservare che, sempre nello stesso millesimo, si è verificata la stessa tipologia di errore sebbene in modo diverso. Infatti, come si può vedere nell’immagine qui sotto (collezione Marco Urbanetti), esistono degli esemplari di monete 2 centesimi 1915 con “tre braccia” che rappresenta un errore di conio doppio parziale di classe IV.
In particolare, le compressioni successive alla prima sono spostate ad ore 02:00 (infatti si ricorda che la direzione dello spostamento va misurata dall’impronta più debole a quella più forte).
In questo caso, con la prima compressione è stata trasferita solo un’area ristretta del rovescio e per questo motivo l’effetto sdoppiamento ha riguardato solo il braccio sinistro e qualche nastro tra il braccio sinistro primario ed il ventre. Le altre tracce della prima compressione probabilmente a cavallo del busto dell’Italia sono state cancellate dalle successive compressioni. Allo stesso modo, non hanno resistito alla pressione del punzone riproduttore alcune dita della mano sinistra secondaria (medio, anulare e mignolo), mentre del pollice e dell’indice – in quanto maggiormente in rilievo rispetto alle altre dita – sono rimaste delle tracce evidenti, così come dell’avambraccio.
L’errore detto “tre braccia” è eccezionale per l’ampiezza dello spostamento tra la prima e le altre compressioni. Infatti, gli errori di conio doppio sono solitamente caratterizzati da uno spostamento piuttosto lieve.
E’ inoltre interessante notare che, con riferimento al rovescio delle monete con l’Italia Prora, questa tipologia di errore si è verificata più di una volta e con diverse classi di conio doppio. In particolare, la stessa tipologia di errore è stata ad oggi riscontrata anche nel centesimo del 1915 e nei 2 centesimi del 1910.
1 centesimo 1915 “quattro mani”
Con riferimento alla moneta da un centesimo del 1915 Italia prora si conoscono ad oggi due diverse tipologie di errore da conio doppio sul rovescio ed una sul dritto (cfr. infra).
Nell’immagine qui sopra si può apprezzare una moneta da un centesimo del 1915 con un errore di conio doppio di classe V. Il perno è probabilmente collocato in prossimità dell’orizzonte sotto la parola “CENT.”. Infatti, si può chiaramente notare come l’effetto sdoppiamento aumenta mano a mano che ci si allontana da quel punto.
A titolo esemplificativo, l’effetto sdoppiamento del braccio destro è meno pronunciato di quello del braccio sinistro, in quanto quest’ultimo è più lontano dal punto di perno.
Inoltre, anche l’effetto sdoppiamento dei due punti della scritta “CENT.1.” è meno pronunciato dell’effetto sdoppiamento della data. Al riguardo, si notino le tracce della data secondaria poste sotto alla data primaria. E’ interessante anche rilevare che lo sdoppiamento ha riguardato un’area abbastanza ampia della moneta e questo porta a pensare che la prima compressione sia stata integrale oppure che l’errore si sia verificato in una compressione successiva alla prima.
Nell’immagine qui sopra si può apprezzare una moneta da un centesimo del 1915 con un errore di conio doppio parziale di classe IV. In particolare, le compressioni successive alla prima sono spostate ad ore 01:00 (infatti si ricorda che la direzione dello spostamento va misurata dall’impronta più debole a quella più forte).
Anche in questo caso, con la prima compressione è stata trasferita solo un’area ristretta del rovescio e per questo motivo l’effetto sdoppiamento ha riguardato solo la zona centrale, anche se la stessa è più ampia della più nota 2 centesimi “quattro mani” (si noti l’effetto di sdoppiamento nel viso e della gamba destra).
1 centesimo 1913 “quattro braccia”
Con riferimento alla moneta da 1 centesimo 1913 Italia su prora si conosce ad oggi una sola tipologia di errore da conio doppio.
Nell’immagine qui sopra si può vedere il primo caso documentato di centesimo 1913 “quattro mani” che rappresenta anch’esso un errore di conio doppio di classe IV. In particolare, le compressioni successive alla prima sono spostate ad ore 01:00. Inoltre, lo spostamento è piuttosto marcato. Anche in questo caso, la prima compressione del punzone riproduttore ha riguardato solo una porzione centrale del rovescio della moneta. Per questo motivo, è possibile notare l’effetto sdoppiamento solo su alcuni particolari.
2 centesimi 1910″tre braccia e tre seni”
Con riferimento alla moneta da 2 centesimi del 1910 Italia su prora si conoscono ad oggi due diverse tipologie di errore da conio doppio.
Qui sopra si può apprezzare una moneta da 2 centesimi 1910 detta “tre mani e tre seni” (collezione Fino) che rappresenta anch’essa un errore di conio doppio di classe IV. In particolare, le compressioni successive alla prima sono spostate ad ore 04:00. Inoltre, lo spostamento è piuttosto lieve. Anche in questo caso, la prima compressione del punzone riproduttore ha riguardato solo una porzione centrale del rovescio della moneta. Per questo motivo, è possibile notare l’effetto sdoppiamento solo su alcuni particolari (il braccio sinistro e – in misura inferiore – quello destro, il seno destro e una zona del vestito a destra).
Infine, qui sopra si può apprezzare una moneta da 2 centesimi 1910 detta “tre mani e tre seni” che rappresenta anch’essa un errore di conio doppio di classe IV. In particolare, le compressioni successive alla prima sono spostate ad ore 03:00. Sebbene a prima vista lo sdoppiamento dell’immagine possa apparire uguale alla moneta precedente, da un’analisi più accurata si possono notare alcune differenze.
In particolare, il fatto che si tratti di una diversa tipologia di conio doppio parziale si desume dallo sdoppiamento del pollice sinistro. Mentre nella prima moneta il pollice “fantasma” si trova più in alto rispetto al pollice “principale”, nella seconda moneta il pollice “fantasma” si trova sullo stesso piano del pollice principale.
La presenza di (almeno) sei casi di errore di conio doppio in un arco temporale così ristretto e tutti sul rovescio raffigurante l’Italia prora rappresenta un fatto eccezionale.
Probabilmente tale maggior concentrazione di questa tipologia di errore in quel periodo, potrebbe essere dovuta al fatto che la Zecca nel passaggio dai centesimi “valore” ai centesimi “prora” ha cambiato metodo nella produzione dei coni passando da un’incisione diretta manuale dei coni con degli appositi punzoncini (almeno per alcuni elementi delle impronte) al sistema di punzonatura a freddo descritto sopra. Forse la scarsa dimestichezza nell’utilizzo del nuovo metodo associata al modulo particolarmente ridotto di queste monete, ha contribuito ad incrementare la frequenza di quell’errore.
Infine, va evidenziata l’estrema rarità di queste monete che difficilmente si trovano in vendita, fatta eccezione per la più nota 2 centesimi 1915 “quattro mani”. In quest’ultimo caso, siccome tale errore viene menzionato nei principali cataloghi di monete, lo stesso è particolarmente ricercato sia da chi colleziona errori di coniazione sia da chi colleziona monete del Regno d’Italia e ciò ha fatto probabilmente “emergere” un maggior numero di pezzi.
Invece, le altre cinque monete con l’errore di conio doppio sono poco pubblicizzate e (al momento) se ne conoscono pochissimi esemplari. La loro rarità probabilmente potrebbe dipendere anche dal fatto che l’errore è stato scoperto dalla Zecca dopo aver battuto un numero contenuto di monete e conseguentemente il conio “difettoso” è stato subito scartato. Tuttavia, le monete già battute con l’errore sono state fatte entrare lo stesso in circolazione per un tornaconto della Zecca, così come è avvenuto nel 1955 negli Stati Uniti con il penny 1955 Lincoln “Doubled Die” (cfr. infra).
L’errore celebre: 1 lira 1939 XVIII “doppia firma”
In particolare, come abbiamo avuto modo di analizzare, il conio viene realizzato attraverso una pressa idraulica che comprime il punzone riproduttore contro una barra di metallo leggermente appuntita (conio vergine) con una pressione di centinaia di tonnellate. Siccome una sola compressione non è di norma sufficiente per trasferire l’immagine ad un livello di qualità soddisfacente, si eseguono solitamente due o anche più compressioni. Ora, può capitare che le varie compressioni vengano effettuate utilizzando dei punzoni riproduttori differenti (ad esempio perchè uno dei punzoni si è danneggiato oppure usurato). Qui sopra si può apprezzare una moneta da 1 lira del 1939 “doppia firma” che rappresenta un bel esempio di sdoppiamento del conio di classe III.
Nel caso di specie, il conio è stato prodotto utilizzando due punzoni riproduttori che presentavano la firma “G. Romagnoli” e alcune lettere della legenda (in particolare le lettere “ELE”) disposte in due posizioni leggermente differenti. Ciò ha determinato un classico effetto sdoppiamento limitato ad alcuni elementi delle impronte.
Questa moneta è particolarmente importante sia perché rappresenta il primo caso documentato di sdoppiamento del conio di classe III nella monetazione italiana, ma anche perché l’effetto sdoppiamento della firma è particolarmente rilevante. Infatti, gli sdoppiamenti di questa classe sono solitamente molto lievi.
L’errore celebre: 1 lira 1915 “doppio orecchio”
Qui sopra si può apprezzare una moneta da 1 lira 1915 Quadriga Briosa detta “doppio orecchio” che rappresenta un errore di conio doppio parziale di classe IV. Oltre all’orecchio anche l’occhio risulta adoppiato. In particolare, le compressioni successive alla prima sono spostate ad ore 02:30.
Un errore molto simile (conio doppio parziale di classe IV) si è verificato sempre nel 1915 sulla moneta da 1 centesimo prora. Anche in questo caso, oltre all’orecchio anche l’occhio risulta sdoppiato.
E’ curioso osservare che un errore simile si è verificato anche nella monetazione statunitense ed in particolare con il penny del 1984, che mostra Lincoln con un doppio orecchio.
L’errore celebre: 1 penny 1955 Lincoln Doubled Die
L’errore in questione è un conio doppio ruotato ed è forse tra i più famosi errori di coniazione degli Stati Uniti e del mondo. Infatti, la moneta appare anche nel film americano UHF, nel quale viene erroneamente riportato che la stessa è stata coniata nella zecca di Denver, quando invece è stata coniata nella zecca di Philadelphia. E’ stato stimato che di queste monete ne sono state coniate 24.000, tutte durante la stessa notte presso appunto la zecca di Philadelphia. Appena coniate le monete sono state mescolate con altri cent che non presentavano l’errore in esame. La zecca accortasi dell’errore giudicò troppo oneroso fondere tutta la partita e le monete da 1 cent con l’errore “conio doppio” entrarono quindi in circolazione.
In particolare, le monete con questo errore sono state incluse nei pacchetti di sigarette erogati da alcuni distributori automatici nel New England. Infatti, all’epoca un pacchetto di sigarette costava 23 cent e, siccome il distributore richiedeva l’inserimento di una moneta da 25 centesimi (quarter), il pacchetto conteneva due monete da un penny come resto.
Subito dopo la sua scoperta, in tutti gli Stati Uniti è partita la caccia all’errore che dura tutt’oggi. Il suo valore può arrivare anche a $ 40.000 in conservazione fior di conio rame rosso.
Nel collezionismo degli errori di coniazione, questa moneta risulta particolarmente importante, in quanto la stessa rappresenta il punto di inizio di tutta una serie di ricerche nello studio dei processi di coniazione e di formazione dei relativi errori, senza le quali il nostro grado di conoscenza di questa branca della numismatica non sarebbe oggi così avanzato.
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[1] John Wexler, The Encyclopedia of double dies, Volume 1, 1981.